
Sabato 24 giugno, alla Casa delle Culture, a Bari, si è tenuto un seminario di lavoro, molto partecipato, sulle strategie d’intervento in materia di contrasto alla grave emarginazione adulta, organizzato dalla rete cittadina delle organizzazioni che si occupano di persone senza dimora, con il coordinamento dell’Assessorato al Welfare.
Il Comune di Bari è impegnato da qualche mese nell’elaborazione partecipata di un programma d’azione che consenta al sistema dei servizi cittadino di superare l’emergenza dell’accoglienza, garantire la risposta ai bisogni primari delle persone senza dimora e puntare al graduale superamento dell’approccio “a gradini”, sperimentando interventi innovativi.
Questo lavoro ha prodotto una rilevazione sulle persone senza dimora a Bari, ispirato alla rilevazione dell’Istat del 2014 (pubblicata nel 2015 con la collaborazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Fio.Psd e della Caritas Nazionale) e una serie d’incontri della rete cittadina, tesi ad analizzare la rete locale dei servizi, seguendo la traccia delle Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia.
I frutti di questo intenso lavoro si vedranno nei prossimi mesi, con l’eventuale l’approvazione del documento da parte del Comune di Bari. Ciò che ci preme evidenziare qui è la circostanza che - con ogni probabilità - anche a Bari sarà finalmente possibile una sperimentazione dell’Housing First. Del resto questa indicazione non solo è coerente con gli obiettivi della programmazione europea cui si ispirano i programmi delle città italiane, ma esplicitamente sollecitata come opzione prioritaria in due dei principali Piani Operativi Nazionali, ampiamente conosciuti dagli addetti ai lavori, il PON Inclusione e il PON Metro.
Ma che cos’è l’Housing First ? Di cosa si tratta?
Nella definizione delle strategie d’intervento per il contrasto alla grave emarginazione adulta, elaborate da parte delle organizzazioni che da più tempo si occupano di questo fenomeno, il diritto alla casa è stato progressivamente assunto come criterio guida per l’accoglienza delle persone senza dimora. La classificazione Ethos consente di caratterizzare le persone in condizione di grave marginalità in riferimento alla loro condizione abitativa.
L’Housing First è dunque un approccio all’accoglienza che parte dalla risposta, immediata, individuata sul mercato immobiliare privato, al bisogno abitativo della persona senza dimora. I principi guida dell’intervento sono molto netti: la comprensione del bisogno dell’utente; un supporto che dura per tutto il tempo necessario; l’accesso ad appartamenti indipendenti situati in diverse zone della città; la separazione del trattamento dal diritto alla casa; l’auto-determinazione del soggetto nelle scelte da fare; la definizione di un programma di supporto condiviso tra servizio sociale e utente; la riduzione del danno. I risultati delle sperimentazioni già realizzate o in corso sembrano molto positivi e incoraggianti.
Per gli approfondimenti rinviamo al sito del network Housing First Italia e alla lettura di una delle rare pubblicazioni sul tema in italiano, il volume Scenari e pratiche dell'Housing First. Una nuova via dell'accoglienza per la grave emarginazione adulta in Italia, pubblicato da Franco Angeli a cura di Caterina Cortese della Fio.Psd.
Una delle cose che più colpisce, leggendo il libro, è scritta già nella prefazione. Si tratta di un omaggio esplicito da parte di Sam Tsemberis, l’ideatore di questa strategia d’intervento, alla parte migliore della cultura sociale del nostro paese.
«L’Italia, dopo tutto, - scrive Tsemberis – è la casa di Franco Basaglia, che ha introdotto programmi di inclusione sociale per persone con malattie mentali. Non è dunque l’Italia che sta importando l’Housing First, ma è l’Housing First che sta tornando a casa.» (Corsivo dell’autore).
Torna a casa, quindi, una pratica sociale importante, che si sta sperimentando in tutto il mondo per contrastare la grave emarginazione adulta. Ci sono tutte le condizioni perché lo si possa fare presto anche a Bari.
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