
In una bella intervista di Roberto Camarlinghi a Massimo Recalcati, pubblicata su un numero di Animazione Sociale di qualche anno fa, lo psicanalista milanese, soffermandosi sulla natura dei processi educativi e dell’apprendimento, affermava che occuparsi di educazione significa, in buona sostanza, preoccuparsi di «come si diventa soggetti».
«Se c’è qualcosa che resta insostituibile della scuola - scrive Recalcati - è la funzione di animare il rapporto del soggetto con il sapere».
A me pare una definizione felice. Credo che tutti, tra quanti si troveranno a leggere queste righe, potranno riconoscere e riconoscersi nella profonda verità di questa affermazione: «I maestri che hanno lasciato un segno nella nostra vita sono quelli che – incarnando il desiderio di sapere – hanno mobilitato in noi il desiderio di apprendere.».
Da questo pensiero è nata l’idea, condivisa con l’Associazione Comunicareilsociale.it e l’Assessorato al welfare del Comune di Bari, di organizzare un ciclo d’incontri e seminari sui temi del lavoro sociale e educativo, attraverso la testimonianza di operatori, ricercatori e docenti universitari, professionisti di varie discipline. A ciascuno di loro abbiamo chiesto di presentarci un autore, un maestro, per l’appunto, rispetto al quale nutrono un riconoscimento profondo per il contributo dato alla propria formazione e alla propria identità professionale.
Crediamo che l’idea di valorizzare la passione del pensiero e della ricerca, per il lavoro sociale ed educativo, incontri un’esigenza dettata dall’urgenza, condivisa da tanti operatori sociali, di recuperare un sentire comune rispetto alle condizioni e alle prospettive del welfare locale, in una stagione segnata dalla crescita del disagio e delle difficoltà di organizzare risposte adeguate e convincenti, all’altezza delle domande del nostro tempo. Ci sembra importante indicare i gesti, le pratiche, i discorsi capaci di favorire la produzione di rappresentazioni e di significati collettivi, per una comunità che spesso è alla ricerca di tecniche, strumenti, metodo, mentre - forse – ciò di cui avrebbe più bisogno, oggi più che mai, è il sostegno di un pensiero, di idee, iniziative, sensibilità, cultura, etica e politica.
Pensiamo che il confronto con il pensiero di alcuni maestri, attraverso il racconto di chi a quel pensiero si è ispirato, possa rappresentare un appuntamento utile e interessante per accompagnare il lavoro sociale degli operatori nel corso del 2017.
Protagonista del primo incontro è Gregory Bateson, presentato attraverso il racconto di Chiara Scardicchio. Chiara è docente e ricercatrice in Pedagogia presso l’Università di Foggia, si occupa di ricerca e didattica con approccio sistemico nei contesti della formazione, dell’educazione e della cura, coniugando scienze della complessità e resilienza, epistemologia ed estetica. Ha ricevuto il Premio Italiano di Pedagogia per il volume “Il sapere claudicante”, edito da Mondadori Ricerca. È ideatrice e curatrice della Hope School.
Seguiranno altri incontri, con cadenza mensile, nel corso dell’anno.
Per info: promozione@comunicareilsociale.it o attraverso la pagina contatti su questo sito.
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