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01. aprile 2013

La vocazione minoritaria

E’ tempo di elezioni, è tempo di tensioni maggioritarie. Secondo i precetti del pensiero divergente, data questa qualità del tempo, un utile esercizio della mente sarebbe quello di praticare sentieri marginali, strade secondarie, percorsi e vocazioni minoritarie. E’ ciò che da sempre fa Goffredo Fofi, figura anomala di intellettuale italiano, che concede una lunga intervista ad Oreste Pivetta sulla storia dell’Italia degli ultimi cinquant’anni, raccontata attraverso le vicende delle minoranze, intese come le esperienze e le idee di quanti hanno scelto, consapevolmente, di stare dalla parte dei pochi. “(…) minoranze che io definirei etiche: le persone che scelgono di essere minoranza, che decidono di esserlo per rispondere ad un’urgenza morale”. E’ una carrellata di nomi, volti e storie che hanno segnato un pezzo importante ma minoritario, appunto, della vita civile e culturale del nostro Paese: Don Milani, Aldo Capitini, Elsa Morante, Pasolini, Olivetti, Alex Langer, Nuto Revelli, don Tonino Bello, solo per citarne alcuni. Colpisce la riflessione sulla vergogna, sentimento meno facile e più profondo dell’indignazione, che dovrebbe rendere insopportabile a ciascuno di noi il vivere nel mezzo delle diseguaglianze e delle ingiustizie. “Credo che gli intellettuali dovrebbero avere l'obbligo morale, determinato dalla possibilità che hanno di studiare e capire di più e meglio degli altri, di osar essere minoranza, di scegliere di esser minoranza, di mostrare una diversità reale, di legare la propria ricerca a una qualche forma di intervento sociale”.

 

In libreria e on line.

tagPlaceholderTag: 2013, letture

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