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02. aprile 2013

Economia sociale, un’opportunità per la Puglia

Secondo i dati dell’Istat in Italia circa 2 milioni di giovani fra i 15 e 29 anni (il 22,7%), sono nella condizione di NEET “not in employment, education or training”, cioè non hanno un’occupazio-ne, non seguono alcun tipo di formazione o non sono classificati come studenti. In Puglia questa percentuale era al 28,6 % nel 2009. Con l’acuirsi della crisi il dato avrà certamente raggiunto e superato il 30%. Uno su tre. Alcuni fattori specifici, di carattere sociale, economico e personale, aumentano significativamente le probabilità che una persona entri a far parte del gruppo NEET: una condizione di disabilità, un basso livello di istruzione, proprio e della famiglia di origine, la residenza in aree interne. I fattori tipici della diseguaglianza. L’ultima stima sul tasso di disoccupazione giovanile (Istat, 2013) ha raggiunto il 37,1%: record assoluto, valore massimo negli ultimi venti anni. Insomma, una vera e propria emergenza.

Al tempo stesso in Italia, proprio in questi anni di crisi, alcuni settori dell’economia hanno mostrato una inaspettata capacità di tenuta. Dal 2007 al 2011 l’occupazione creata dalle cooperative italiane è aumentata dell’8%, facendo lievitare il numero degli occupati - tra soci e non soci - da 1 milione 279.000 agli attuali 1 milione 382.000, in un contesto generale invece assai negativo (Censis, 2012). Secondo il Centro Studi di Legacoop tra il 2007 e il 2010 il valore della produzione e il numero degli occupati delle medie e grandi cooperative, seppur a tassi decrescenti, è cresciuto in misura sostenuta, rispettivamente del 33,3% e del 22,4% (Note Brevi 4/2012).


Ci sono, in definitiva, tutte le condizioni per affermare che l’economia sociale, solidale e civile rappresenta un’opportunità importante per affrontare l’urgenza occupazionale giovanile. E non solo per l’evidenza dei dati statistici. Sono in tanti ormai ad affermare che dalla crisi si uscirà con un’organizzazione dell’economia diversa da quella con cui ci siamo entrati. Forse con un diverso modello di sviluppo. L’idea è che l’economia sociale indichi una delle strade principali da percorrere per affrontare la sfida.


In questi giorni è in fase di elaborazione il nuovo documento strategico regionale, il documento che fissa le principali linee stategiche per il rilancio dell’economia pugliese nell’ambito della prossima programmazione comunitaria 2014-2020 (aggiornamento: qui la bozza preliminare del documento diffusa dalla stampa). La proposta che occorre sostenere è quella di investire con convinzione nelle forme dell’economia sociale, capaci di produrre al contempo lavoro e coesione sociale. Cooperative, mutue, associazioni, imprese, organizzazioni sociali e fondazioni possono contribuire in modo decisivo al rilancio dell’occupazione, proponendo un modello economico sostenibile, caratterizzato dalla propensione generativa, dalla capacità cioè di tenere insieme la soddisfazione dei bisogni sociali e la creazione di relazioni comunitarie di tipo fiduciario.

 

Il terzo settore pugliese, nelle sue espressioni più mature, mostra di aver colto la portata della sfida: il percorso di lavoro di fqts 2013, la scelta di tenere in Puglia, a giugno, l’assemblea nazionale di RES, rete per l’economia solidale, sono segnali incoraggianti. Vanno sostenuti. Certo il lavoro da fare, sul piano culturale, è ancora lungo e impegnativo, si chiede al mondo del non profit pugliese un supplemento di impegno, di coerenza, di responsabilità, ma siamo sulla strada giusta, senza dubbio.

Adesso tocca alla politica regionale, superata - speriamo bene - questa difficile fase di transizione senza ulteriori traumi, fare fino in fondo la propria parte. Accompagnare adeguatamente questo processo di cambiamento, sostenerlo con convinzione e consapevolezza. 

L’economia sociale può essere una grande opportunità per la Puglia, non sprechiamola. 

 


tagPlaceholderTag: 2013

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Commenti: 1
  • #1

    Angelo (sabato, 23 marzo 2013 12:14)

    Questo più che mai è il momento di pensare alla formazione e occupazione dei giovani in Puglia, ben vengano queste opportunità come la RES nella nostra regione. La crisi del momento non deve soffocare le idee giovanile necessarie per creare opportunità utili allo sviluppo economico della società. Una società costituita da giovani pronti a sostenere un nuovo processo di cambiamento e formazione, significherebbe trovare la chiave necessaria per aprire le porte al futuro. Queste iniziative l’assemblea nazionale di RES, rete per l’economia solidale, sono segnali incoraggianti, ma devono concretizzarsi in sviluppo economico e occupazionale, altrimenti sono iniziative fine a se stesse.

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