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08. luglio 2012

Il volontariato pugliese al tempo della crisi

Doppio appuntamento questa settimana per il volontariato pugliese che non rinuncia a interrogarsi sul tema della crisi, con l’intento di portare un contributo positivo, di riflessione e d’iniziativa, al confronto pubblico sul presente e sul futuro delle nostre comunità. A Taranto, lunedì scorso, il Centro servizi per il volontariato ha invitato le associazioni della provincia jonica a discutere e a elaborare un documento programmatico in vista della sesta Conferenza nazionale per il volontariato, che si terrà a L’Aquila tra il 5 ed il 7 ottobre prossimi.

A Santa Maria di Leuca, venerdì e sabato, invece, il Centro Servizi Volontariato Salento ha presentato informazioni e dati sulla condizione di povertà del territorio salentino, in un laboratorio di formazione aperto al contributo degli amministratori locali e degli operatori del terzo settore, finalizzato all’elaborazione di proposte concrete e operative. 

Comincia a farsi largo, nelle esperienze più mature del volontariato pugliese, la consapevolezza che siamo di fronte ad un passaggio storico decisivo, se non un vero e proprio cambiamento di paradigma. La crisi in corso è certamente di tipo economico e finanziario, ma anche - se possibile, in modo ancor più profondo - una crisi di cultura e di civiltà. Un intero modello di sviluppo mostra ormai evidenti i propri limiti e appaiono illusorie le soluzioni tecnicistiche limitate a lievi e parziali aggiustamenti, peraltro tutti a danno della coesione sociale. E’ in crisi appare anche la forma attuale della nostra democrazia, forse inadatta al governo dei problemi del nostro tempo, certamente depauperata dal crollo di autorevolezza della politica. Il nostro sistema di rappresentanza, nella sua maggioranza, appare ormai drammaticamente incapace di porsi come esempio di comportamento al paese, prima ancora che in grado di offrire soluzioni convincenti. 

 

Che cosa può fare, dunque, il volontariato di fronte a tutto questo? 

 

Nessuna ricetta facile, ma indicazioni operative. Occorre riprendere con rinnovato vigore - e con maggiore coerenza - le indicazioni che da tempo i volontari più sensibili ai temi dello squilibrio economico e della giustizia sociale ci propongono: responsabilità, sobrietà, nuovi stili di vita, sostenibilità, economia sociale, educazione alla solidarietà. Sono queste le parole chiave. Vanno cercate e valorizzate - anche da chi ha responsabilità di governo, ai diversi livelli - pratiche di solidarietà che siano coerenti con un modello di sviluppo alternativo, misurando con maggiore attenzione le conseguenze delle nostre scelte, i modelli organizzativi adottati, la qualità delle relazioni che agiamo dentro le nostre organizzazioni e che costruiamo intorno a noi nelle comunità.

Su questi temi va cercata una nuova forma di alleanza con il sistema imprenditoriale locale, nelle sue espressioni più mature, e con le istituzioni, rinunciando alle logiche di mutuo accomodamento cui pure ancora troppo spesso appaiono subalterne ampie fasce di volontari e associazioni.

E’ stato riproposto, ad esempio, il tema dei distretti dell’economia sociale.

Occorre lasciare maggiore spazio al protagonismo giovanile, sostenendone la creatività, lo spirito d’iniziativa, la carica motivazionale, restituendo loro - almeno in parte - quel diritto a un futuro migliore che le generazioni precedenti pare abbiano irrimediabilmente compromesso.

 

Questi alcuni temi della ricca discussione di questi giorni. Dai volontari, anche nella nostra regione, può venire una testimonianza preziosa su un modo diverso di abitare il nostro tempo. Non lasciamola appassire. 

 


Per approfondire


  • Sul sito della rivista on line Non per profitto il bel saggio di Giuseppe Cotturri Democrazia deliberativa e partecipativa, sussidiarietà orizzontale
  • Il documento preparatorio della Conferenza nazionale del volontariato di L'Aquila del 5/7 ottobre
  • ll documento del Mo.V.I. Accompagnare il parto di un nuovo mondo. Profezia e responsabilità del volontariato dentro la crisi
  • Il sito del CsV di Taranto
  • Il sito del CsV Salento

 


tagPlaceholderTag: 2012, welfare

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Commenti: 2
  • #1

    domenico lobascio (mercoledì, 11 luglio 2012 09:40)

    Approfitto di questo spazio di confronto per rinnovare il grande apprezzamento personale per questa importante iniziativa di comunicazione, informazione, interscambio sulle tematiche del lavoro sociale. In questa temperie culturale, nella quale gli interessi mercantili prevalgono su ogni altra forma di espressione dell'esistenza, ritengo che l'operazione risulti quanto mai opportuna, proprio in quanto afferma una presenza vitale di un mondo in grande difficoltà. Sto lavorando anche io, nel settore giustizia, ad una possibile accelerazione del processo di integrazione tra il volontariato e le istituzioni. Dpo una lunga carriera spesa a produrre idee e principi, nel inesplicabile compito di trovare campi di azione nel quale coniugare norma e spinte emancipative, normalizzazione di condotte e utopie palingenetiche, ho sviluppato un nuovo sistema di convinzioni personali. Il volontariato deve essere ciò che è, e non può derogare a questa sua connotazione ideale, di rottura culturale,di idee e principi che spingono verticalmente il telos del riscatto sociale; nel euale la soidarietà è portato emozionale e non solo dinamico-espressivo. e si, perchè è così che si semina, e si coltiva, la voglia di incidere sulle strutture inamovibili di una società stanca, statica, involuta. Anche io ha abbracciato spesso l'idea di un volontariato manageriale, che si potesse integrare con le isituzioni, stare dalla stessa parte, omologarsi, pur di essere leggittimato. Ma così non è, ognuno deve fare il suo. Ed al volontariato io chiederei di continuare a fare ciò che fa, sia pure con esiti a volte incerti, ma con la forza e la tensione sempre viva, di un progetto universale: stare accanto ai più deboli, con gli strumenti di cui dispone, sia pur minimali di fronte alle sfide che una società classista e individualista pone a chi non ci stà. Poco, ma finalmente ho smesso di rapportarmi al mondo del volontariato con lo scetticismo di un professionista piccato e intriso di visioni efficientiste del welfare....il welfare è anche dimensione di un sentire che precede ogni schema d'azione. In senso gramsciano, penso che il volontariato, che è anche prassi, ha un compito ancor più lungimirante, trasformare la coscienza collettiva.

  • #2

    Linda (mercoledì, 29 agosto 2012 15:47)

    Come facevi notare nel tuo precedente post su Italiacamp di Catanzaro, nel quale auspicavi che i 4 progetti pugliesi premiati potessero avere l’opportunità di "piazzare sul mercato" le loro idee, in questa poco interessante strada della solidarietà dobbiamo sperare che si immettano anche i REALI fautori della Responsabilità Sociale di Impresa.
    Dico reali, perché di progettini di buone intenzioni sono un po' stufa.
    Mi sono ricordata che a febbraio 2012 è scaduto il concorso indetto dalla Fondazione MEgamark, denominato "Obiettivi solidali", rivolto alle associazioni di promozione sociale, di volontariato, cooperative ed onlus e finalizzato a sostenere iniziative di responsabilità sociale.
    Spero che almeno questo bando porti buone prassi nella vita reale, piuttosto che la solita formazione sulle buone prassi che qualcun'altro deve attuare...

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